Pronta a rientrare all'europarlamento la Kaili solleva dubbi sulle intromissioni dei servizi belgi nella vita dei parlamentari europei
L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, è tornata in libertà a fine maggio, sei mesi dopo essere stata arrestata in Belgio con l'accusa di far parte di un sistema di corruzione al parlamento europeo legato a Qatar e Marocco che faceva capo ad Antonio Panzeri. La Kaili vuole "essere in aula già lunedì 12". "Devo avere chiarimenti dai miei legali su come mi devo comportare", ha detto Kaili in una intervista a Corriere della Sera. "Credo che le aspettative create dai media fossero alte e le fughe di notizie, che sono state selettive e illegali, hanno trasformato i dibattiti televisivi in aule di tribunale. Dopo tutti questi mesi di indagini non è venuto fuori nulla di nuovo. Ha proseguito l'eurodeputata: "c'è una cosa inquietante che vorrei sollevare. Dal fascicolo giudiziario i miei avvocati hanno scoperto che i servizi segreti belgi avrebbero messo sotto osservazione le attività dei membri della commissione speciale Pegasus (che indaga sulle intercettazioni di leader europei fatte illegalmente dal Marocco)", ha spiegato Kaili, aggiungendo che "il fatto che i membri eletti del Parlamento siano spiati dai servizi segreti dovrebbe sollevare maggiori preoccupazioni sullo stato di salute della nostra democrazia europea. Penso sia questo il vero scandalo".
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