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L'ULTIMA LETTERA DI STEFANO CUCCHI AL PADRE

Sono le parole scritte in una lettera da Stefano Cucchi al padre Giovanni, in occasione del suo compleanno. Il giovane rientrava da una comunità nella quale si stava disintossicando. Il messaggio, riportato dall'Agenzia Nova, è stato letto da Giovanni Cucchi, ascoltato come teste nell'aula bunker di Rebibbia, dove si sta svolgendo il processo per il depistaggio sulla morte di Stefano

Stefano e Giovanni Cucchi

24 agosto 2006

Linea Termini Tarquinia


Caro papà, ti sto scrivendo su un treno. Quel treno che tante volte ho preso per la disperazione e non mi portava mai a destinazione. Bè, adesso questo treno mi porta da te, forse la persona più importante della mia vita.


Mi porta da te con la consapevolezza di portare con me tutta la gioia che provo stando insieme in questo giorno di festa. Dopo tante battaglie e scontri finalmente ci siamo ritrovati, io con una nuova ed inaspettata voglia di vivere e di fare grandi cose come neppure immaginavo mesi fa, tu che, così grande (ma non di età), un costante punto di riferimento un uomo che forse non ha mai smesso di credere in me (forse l’unico) – continua Stefano nella lettera, che riporta la data del 24 agosto 2006 e il luogo: linea Termini-Tarquinia –, un padre che amo, forse a modo mio, ma che di sicuro per quello che è, per quello che conosce Stefano, un padre che ha sofferto e che ora io non voglio più che stia male”.


“Una persona che è stile di vita, viva, umana, umile, e allo stesso tempo aggressiva ma generosa. Un miscuglio di virtù a cui io in questo giorno così bello non posso altro che portare me stesso, un uomo, un figlio con la F maiuscola. Capisci, la vita comincia ora, la nostra quella che ci stiamo costruendo insieme. Papà, io non credo che si possa vivere una seconda volta perciò godiamoci questa di vita ed affrontiamo insieme ogni traversia se ci sarà, solo così ci ritroveremo davvero.


Con amore, tuo figlio Stefano.


Fonte: Agenzia Nova

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