Il pensiero liberale è una cosa seria. I liberali italiani no. Ignorano la loro storia e la loro dottrina. Ma cos'è la politica senza idee se non un triste banco al mercato?
L'Italia odierna è un paese strano. Sollevi un sasso da terra e ci trovi sotto un liberale. A volte nei lib lab un po’ radical chic e un po’ radical choc, pronti a scannarti se parli male di Hillary, ci inciampi mentre esci di casa. Spesso, appena sveglio, mentre apri il tubetto di dentifricio o cerchi la carta igienica, ti imbatti in qualcuno che ti spiega come è bella la libertà d’impresa e che ti parla della libertà di stampa negata in Russia. Magari quello stesso qualcuno che adopera la querela preventiva contro i giornalisti di casa nostra.
Paradosso terribile: i liberal italioti ti citano papa Bergoglio ad ogni piè sospinto. Da giovani sicuramente sono stati scout o chierichetti almeno per una volta. Brandiscono il cellulare con la mela in modalità cafonal, ti scassano il cervello (ed anche altre parti anatomiche) con l’high teach, l’industria 5.0 e l’economia circolare, ma urlano come vecchie ed appassite matrone, cui una giovinetta ha appena portato via il marito, se un foglio di carta si inceppa nella stampante. Ovviamente non sono in grado di tirare fuori il foglio …
Ma il paradosso peggiore dei liberal italiani è che non conoscono la storia e la prassi liberale. Se gli chiedi chi è John Stuart Mill i più ti risponderanno che è un campione di basket della NBA, se non proprio che è una marca di sigarette. Se gli chiedi chi è Larry Flynt al limite diranno che è un personaggio degli Avengers.
JOHN E LARRY
John Stuart Mill e Larry Flynt sono l’uno la teoria e l’altro la bruta prassi del liberalismo. Mill enunciò la teoria per la quale ogni uomo ha diritto al raggiungimento della felicità, utilizzando i metodi che ritiene più opportuni. Unico limite all’azione dell’individuo è quando la libertà di uno provoca danno a qualcun altro. In questo caso lo stato può e deve intervenire a protezione della collettività. Mill era un personaggio controcorrente. Rifiutava le convenzioni sociali dell’epoca e rigettò la prassi per cui le élite intellettuali della società vittoriana dovessero passare necessariamente per l’ordinazione nella chiesa anglicana. Sposò una persona eccezionale, Harriet Taylor, donna di grandissima cultura che fu la fondatrice del femminismo inglese, con cui condivise apertamente opere e pensieri.
Larry Flynt era invece un simpaticone. Editore, diventò famoso con la rivista Hustler. Fece della satira e della pornografia la sua bandiera e la ragione della sua esistenza. L'uomo dal sigaro in bocca, che da 42 anni era costretto su di una sedia a rotelle volle che questa fosse come un trono, tant’è che la commissionò in oro e velluto. Venne condannato alla sedia a rotelle da un attentato. Un proiettile lo paralizzò dalla vita in giù. L’uomo che premette il grilletto era Joseph Paul Franklin, un suprematista bianco indignato non tanto dal sesso di Hustler, quanto del fatto che si trattasse di sesso interrazziale.
I nemici di Flynt diedero vita ad una strana alleanza: da un lato i predicatori evangelici e dall’altro le femministe.
Nel 1983 il reverendo Jerry Falwell, all'epoca famoso predicatore televisivo e fondatore della Moral Majority, l’organizzazione riferimento della destra religiosa repubblicana, lo trascinò in tribunale per una vignetta erotica dove il predicatore era rappresentato, ubriaco, intento a compiere un atto incestuoso con la madre. La causa finì davanti alla Corte suprema, che diede ragione a Flynt, sdoganando la libertà di satira e la pornografia. Il pornomane sporcaccione si trasformò nell’eroe del Primo Emendamento della Costituzione americana, garante, appunto, della libertà d'espressione.
Gloria Steinem, deus ex machina del femminismo americano di quegli anni, dichiarò: "Un pornografo non è un eroe. E Hustler non è una rivista di pessimo gusto, ma uno spazio dove il corpo delle donne è costantemente mortificato e degradato".
Eppure come non dare ragione a Larry Flynt quando rispondeva ai suoi detrattori: "Fidatevi, lo faccio per voi. Se il Primo Emendamento protegge me, il peggiore di tutti, funziona anche per voi".
L’ultima provocazione di Larry Flynt è stata comprare un'intera pagina del Washington Post, pubblicando un annuncio in cui si offrivano dieci milioni di dollari a chiunque fornisse informazioni utili "all'impeachment e alla rimozione dalla Casa Bianca di Trump". Non pago di questo Flynt dedicò al Tycoon uno dei suoi film hard, intitolato, appunto, The Donald.
THE WOLF OF WALL STREET ALLA MATRICIANA
John Stuart Mill e Larry Flynt sono parenti. Rappresentano l’uno la faccia “nobile” e filosofica del pensiero liberale e l’altro il suo lato istrionico, graffiante. Il cugino serio e la pecora nera della famiglia. Però sono complementari: l’uno non avrebbe senso senza l’altro. Ma, ripeto, i liberali italiani non lo sanno.
Non lo sanno a tal punto che la morte di Larry Flynt, avvenuta il 10 febbraio, è stata da loro ignorata. Certo c’erano altre cose da fare, come ad esempio, seguire le vicende del liberalissimo governo di unità nazionale messo su da Mario Draghi.
Mi permetto di innestare, sul ragionamento, un parallelo cinematografico. The wolf of wall street, che vede una superba interpretazione di Leonardo di Caprio, ci parla del mito americano, del self made man, delle enormi opportunità del capitalismo finanziario. E’, se vogliamo, un manifesto del liberalismo all’americana, buono sia per i democratici che per i repubblicani. Accanto alla parte teorica ci sono anche il sesso e la cocaina. Non negati o nascosti, ma ben alla luce, come parte integrante della wall street way of life.
Il liberalismo italiano, invece, espunge sesso e droga in quanto categorie. Resta solo la tecnica di vendita. Con la particolarità, tutta italiana, di dire peste e corna dello stato al quale però ci si rivolge nei momenti di difficoltà, pretendendo che salvi mercati ed aziende in fallimento con il denaro pubblico.
Ecco, privo di qualsiasi cosa possa essere gradevole (o nociva, ma si sa le cose gradevoli o ti uccidono o ti fanno ingrassare) l’attuale liberalismo italiano si dedica alla mera vendita permanente. Senza pensare, senza imparare nulla dalla propria storia: una filosofia ed una prassi ridotta al solo banco del mercato del pesce.
Come sono lontani i tempi del giovane Marco Pannella in cui l’azione politica liberale, tra una canna e l’altra, era una cosa seria e in cui le battaglie per le libertà civili erano pane quotidiano …
I CATTIVI RAGAZZI VANNO IN PARADISO
Un pensiero mi consola. Che nell’aldilà Pannella e Flynt sicuramente avranno una connessione ad internet ultraveloce e che i film porno che guarderanno insieme non si incepperanno mai. Del resto lo sanno tutti che i cattivi ragazzi vanno in paradiso …
Mario Michele Pascale
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