NUOVO STADIO DELLA ROMA? NO GRAZIE
Il comitato dei residenti nel quartiere Pietralata si oppone all'opera, presentando ricorso al TAR

Il "Comitato Stadio a Pietralata, No Grazie" ha presentato ricorso al TAR di Roma contro la deliberazione n. 73/23, con cui l'Assemblea capitolina ha dichiarato il pubblico interesse del Progetto presentato da A.S. Roma Spa per la realizzazione dello Stadio della Roma a Pietralata. E' quanto si legge sulla pagina Facebook del comitato.
"Un progetto" osserva l'avv. Pierpaolo Carbone, legale dei ricorrenti "che presenta numerose criticità, allo stato non superate, concernenti solo per citarne alcune la mancanza di un'analisi dettagliata delle possibili alternative progettuali, il traffico, la mobilità, i parcheggi, la riduzione del verde pubblico, l'impatto acustico-ambientale, le interferenze e la compatibilità dell'opera con gli altri piani di zona e gli altri interventi edilizi in cantiere". "Di fatto", prosegue l'avvocato Carbone, "in applicazione della Nuova Legge Stadi Roma Capitale su istanza di una società sportiva privata si appresta a ridisegnare l'assetto urbanistico di un intero quadrante della città, e lo fa attraverso l'istituto della cosiddetta variante automatica, bypassando così l'attivazione degli strumenti di democrazia partecipativa previsti in materia dal nostro ordinamento, proprio a tutela dei cittadini direttamente incisi da simili interventi. Il che pone dei seri dubbi di costituzionalità della normativa speciale sugli stadi sui quali, con il ricorso presentato, si invoca anche una pronuncia della Corte Costituzionale. L'auspicio però è che l'Amministrazione capitolina, anche in un'ottica di deflazione processuale, voglia rivedere il proprio operato e ritirare in autotutela quanto deliberato finora ovvero valutare, con la dovuta cautela e il necessario rigore, il Progetto definitivo".
Prosegue invece la nota del comitato: "il Comune di Roma sembra abdicare al proprio dovere nella pianificazione dell'area urbana di Pietralata". Peraltro l'eventuale edificazione dello stadio non renderebbe possibile alcuna ottemperanza degli standard di opere pubbliche, previsti nell'area ex SDO a compensazione del carico urbanistico indotto dalle realizzazioni edilizie esistenti e previste: il che rende ancora più illogica e irragionevole la scelta urbanistica operata, senza alcuna condivisione preventiva con i cittadini, estromessi da ogni processo decisionale".