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ROBERTO GUALTIERI RE DI ROMA di Mario Michele Pascale

Aggiornamento: 20 giu 2021

Riuscirà il nostro eroe a dare credibilità al centro sinistra romano o sarà una vittima sacrificale di lusso che pagherà per l'incapacità altrui?
Roberto Gualtieri

Non si scherza con le discese. Più vai avanti, verso il basso, più prendi velocità. Devi avere freni più che buoni, altrimenti il disastro è assicurato.

Roberto Gualtieri, professore di storia prestato alla politica, ha iniziato come enfant prodige in Europa. Dal 7 giugno 2009 al 5 settembre 2019 è stato deputato europeo del Partito Democratico, presiedendo la Commissione per i problemi economici e monetari dal 2014 sino alla sua nomina a ministro dell'economia e delle finanze. Cade con il governo Conte II. Non sarà richiamato nel nuovo esecutivo nazionale.


Gualtieri ha un notevole spirito di servizio. Già ha dovuto tappare il buco della circoscrizione Lazio 1 per la Camera dei Deputati nelle elezioni suppletive del 2020. Bisognava trovare un alto profilo per mettere tutti d’accordo. Oggi, per la carica di sindaco di Roma si poneva lo stesso problema. Un partito, quello romano, endemicamente litigioso e frastagliato al di là di ogni ragionevole dinamica di corrente. Occorreva una personalità che avrebbe reso credibili le primarie, capace poi di evitare spinte centrifughe dei perdenti al di fuori del PD. Così, con alto senso del dovere, Roberto Gualtieri si candiderà alle primarie e poi come sindaco di Roma. Si attende solo l’annuncio ufficiale, subordinato ad un incontro tra i segretari dem di Roma e del Lazio Andrea Casu e Bruno Astorre con quello nazionale, Enrico Letta.

Questione di pochi giorni.


I suoi avversari alle primarie nel PD sono il presidente del III Municipio Giovanni Caudo, il segretario nazionale di Demos e consigliere regionale Paolo Ciani, il presidente del VIII Municipio Amedeo Ciaccheri ed il giovane Tobia Zevi.


CALENDA SUL PIEDE DI GUERRA

Carlo Calenda, leader di Azione, era già sceso in campo da tempo, chiarendo che la sua candidatura non era soggetta alle primarie, né a logiche di coalizione. Ha ribadito il concetto con un tweet: “Mi sono candidato il 12 ottobre. Ho ritenuto di avvertire l'allora segretario Zingaretti per cercare di tenere unito il centrosinistra. Per la stessa ragione abbiamo partecipato a un tavolo di coalizione sparito nel nulla. In questo lungo periodo ho lavorato sul programma. Abbiamo incontrato 500 associazioni di cittadini e analizzato i problemi di Roma quartiere per quartiere. Ora apprendiamo dai giornali, altro che tavoli e dialoghi, dell'imminente candidatura di Gualtieri. Appare evidente la scelta di rompere. Ci confronteremo alle elezioni". Calenda, oltre che da Azione, aveva ricevuto il placet da parte di Italia Viva. La candidatura di Gualtieri, che ha comunque uno spessore, potrebbe rimescolare le carte e mettere in discussione l’alleanza. Al momento, però, non si ha notizia delle reazioni dei renziani.


VIRGINIA IN UNA BOTTE DI FERRO

Virginia Raggi guarda non troppo preoccupata agli eventi. Gualtieri è uno dei simboli dell’alleanza giallo rossa ed un intervento di Conte a favore del suo ex ministro potrebbe convincere anche i fan più sfegatati di Virginia a cambiare cavallo. Ma questo vorrebbe dire una contrapposizione aperta tra Grillo e Conte. Che metterebbe in discussione gli equilibri interni del Movimento 5 Stelle su cui tanto faticosamente i due stanno lavorando spalla a spalla. L’ipotesi più accreditata è che, al primo turno, la Raggi e Gualtieri siano avversari, per poi allearsi al secondo turno contro una destra ancora poco organizzata ma di certo temibile che, dopo i fallimenti del centro sinistra e dei grillini, ha oggettivamente la strada spianata verso il Campidoglio.


ULTIMA MISSIONE: EVITARE SARACINESCO

Dicevamo, in apertura, della discesa. Certo che da Presidente di commissione all’europarlamento, a Ministro, a semplice deputato, poi a sindaco, il dislivello c’è. Roma è importante, ma è pur sempre un comune. Ed una cosa è litigare con Orban e gli altri capi di Stato del gruppo di Visegrad e ben altra è doversi misurare con Tobia Zevi, classe 1983, che, in piena pandemia, mette al centro della sua offerta politica “il sindaco della notte”.


Tobia Zevi

L’augurio che noi facciamo a Roberto Gualtieri è quello di diventare sindaco di Roma. Non per una consonanza politica, che, vi confesso, è scarsa e con molteplici distinguo, ma per evitare, a noi e a lui, l’imbarazzo di trovarlo, alla prossima tornata elettorale, armato del suo leggendario spirito di servizio, come candidato sindaco di Saracinesco, che è il più piccolo comune della provincia di Roma.


Mario Michele Pascale


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