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ARIA DI ELEZIONI: CONFINDUSTRIA BACCHETTA L'EUROPA

Il presidente Bonomi e il suo delegato per l'Europa, Stefano Pan, reputano sbagliata la politica della BCE centrata solo sui tassi e l'eccesso di spesa corrente in Italia. Si auspica un vecchio continente più coeso e competitivo, con più risorse a disposizione delle imprese
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, bandiera Italia, presidenza della repubblica, convegno
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi

Visto il maxi debito pubblico, "lo spread ci preoccupa molto. Ho visto che il ministro Giorgetti ha detto che il solo aumento del differenziale quest'anno brucerà 15 miliardi. È una manovra finanziaria. Io credo che sia stata sbagliata la strada che ha preso la Bce. La sola strada dell'aumento dei tassi per combattere un'inflazione importata non serve. Anzi, il rischio è la recessione. Bisognava equilibrare l'aumento dei tassi, come avvenuto negli Stati Uniti, con altri stimoli". Lo dice in un'intervista a La Repubblica Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. "Sarebbe anche importante escludere determinati investimenti dal Patto di stabilità. Da noi gli investimenti sono crollati dal 3,5% del primo trimestre 2021 allo 0,8% degli ultimi trimestri" aggiunge.

In Italia "bisogna rivedere seriamente la spesa corrente. Sono oltre 1.100 miliardi all'anno: da qualche parte si potrà risparmiare? Francamente i due miliardi di tagli previsti sono pochi". Prosegue Bonomi: "c'è un rallentamento del commercio mondiale. Però, certo, la Germania sta rallentando in maniera consistente. Ed è il nostro primo partner commerciale, nel 2022 gli scambi hanno raggiunto i 168 miliardi di euro. Noi siamo un'economia di trasformazione, basata sulle esportazioni, e in presenza di una domanda interna asfittica, la Germania ci ha sempre garantito un buon andamento dell'economia. Insomma, non possiamo mai gioire se i tedeschi vanno male".

Dopo l'economia, la politica europea. Per Bonomi c'è uno "smarrimento della politica europea e mi sembra che dopo il periodo pandemico l'Europa abbia perso quello spirito cooperativo. E siamo dinanzi a grandi trasformazioni, a enormi sfide". In Europa "bisogna creare fondi comuni. Se la sostenibilità ambientale è un bene comune europeo bisogna che tutti i Paesi investano con le stesse possibilità altrimenti spacchiamo il mercato unico".


Con maggiore cogenza parla di politica europea Stefan Pan, delegato per l'Europa del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. "Abbiamo bisogno di un'Europa più integrata e cooperativa. Le elezioni politiche del giugno 2024 e l'inizio del nuovo ciclo istituzionale devono essere l'occasione per riflettere sullo stato dell'Unione e sulle riforme necessarie per riprendere il cammino di maggiore integrazione realizzato durante il Covid e poi interrotto": Pan lo ha detto intervenendo ad una conferenza stampa a Berlino dove sono stati illustrati i risultati del "5/o Business Forum Trilaterale" fra le associazioni industriali di Italia, Germania e Francia.

"Senza industria non c'è Europa. Solo l'industria può guidare la transizione pulita. L'industria deve essere adeguatamente sostenuta attraverso un'agenda economica che guidi gli investimenti e l'innovazione, un'ambiziosa strategia industriale europea, un vero impegno per una regolamentazione minore ma più efficace, misure rafforzate per sostenere la competitività delle imprese", affermato Pan.

Riguardo al prossimo ciclo politico dell'Ue, l'esponente di Confindustria ha definito "essenziale un vero impegno a favore di una regolamentazione meno rigida ma più efficace. Solo un quadro normativo favorevole alle imprese e alla crescita promuoverà la competitività dell'Europa". "La condizione per una maggiore integrazione dell'Europa e per una vera politica industriale europea è un bilancio comune europeo più forte, con più risorse e più progetti gestiti dall'Europa in senso cooperativo".




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