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ISRAELE APPROVA LA CONTESTATA RIFORMA GIUDIZIARIA

Uomini e donne di Israele sono tornati a protestare in piazza contro la riforma giudiziaria fortemente voluta dal Governo Netanyahu

ISRAELE manifestazione riforma giudiziaria

I deputati israeliani hanno approvato nel pomeriggio di oggi una parte fondamentale della riforma del sistema giudiziario che il primo ministro Benjamin Netanyahu insieme ai suoi alleati della destra nazionalista e religiosa ha portato avanti con determinazione, nonostante le massicce proteste che durano da mesi e l'opposizione del mondo dell'impresa, di migliaia di riservisti militari e di esimi giuristi. Il nuovo disegno di legge sulla "ragionevolezza" è stato approvato dai 64 membri della coalizione di Netanyahu - dimesso in tempo per il voto questa mattina dall'ospedale dove i medici gli hanno applicato un pacemaker - mentre le opposizioni, al grido di "vergogna", hanno lasciato indignate l'aula boicottando il voto.


La nuova legge impedisce ai giudici della Corte Suprema di ribaltare le decisioni e le nomine del governo e dei singoli ministri sulla base del fatto che sono "irragionevoli" ,spedendo di fatto in soffitta la cosiddetta "clausola della ragionevolezza". I fautori affermano che l'attuale standard di "ragionevolezza" conferisce ai giudici poteri eccessivi sul processo decisionale mentre l'opposizione sostiene, al contrario, che il provvedimento rimuove un elemento chiave dei poteri di controllo del tribunale e apre la strada alla corruzione e a nomine abusive.


Dopo il voto, il ministro della Giustizia Yariv Levin, architetto del piano, ha affermato che il parlamento ha compiuto "il primo passo di un importante processo storico" per riformare il sistema giudiziario.


Prima del voto, all'interno della Knesset ci sono stati vari tentativi dell'ultimo minuto di emendare il disegno di legge o di giungere a un compromesso più ampio con l'opposizione che però sono falliti. Respinti anche due schemi di compromesso proposti da un leader sindacale e dal presidente Isaac Herzog. Idem per una serie di idee per ammorbidire unilateralmente la legge, discusse dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dai principali leader della coalizione proprio mentre la Knesset si preparava a votare, che non hanno portato da nessuna parte.


Il voto è seguito a quasi 30 ore di dibattito in aula iniziato domenica mattina durante il quale centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Gerusalemme. Questi stessi manifestanti, molti dei quali giunti con una marcia di almeno tre giorni da Tel Aviv a piedi, hanno protestato fin dalle prime ore di oggi davanti al parlamento. Dopo il via libera della Knesset a questa prima fondamentale parte della riforma, i manifestanti hanno lanciato un appello ad una più grande mobilitazione e hanno indetto una nuova manifestazione che doveva cominciare alle 18 locali con la partecipazione di grandi imprenditori, giuristi di fama ed ex politici di spicco. I manifestanti hanno promesso battaglia fino alla fine. "Oggi è solo l'inizio", hanno esclamato i principali attivisti del movimento contro la riforma. Nel frattempo Arnon Bar-David, leader del principale sindacato del settore pubblico, lo storico Histadrut, ha annunciato che avviava delle consultazioni con altri leader sindacali per indire uno sciopero generale.

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