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L'ASSASSINO DI MOHSEN FAKHRIZADEH. TRUMP, BIDEN E L’EUROPA di Mario Michele Pascale

L’uccisione dello scienziato iraniano a capo del programma nucleare non poteva compiersi senza un “via libera” americano. Il colpevole silenzio di Biden e i bizantinismi dell’Unione Europea, che ha già tragicamente dimenticato il suo ruolo negli accordi sul nucleare

Reazioni antiamericane ai funerali di Mohsen Fakhrizadeh

Il diritto internazionale ci dice che i cosiddetti combattenti “illegittimi”, quelli che operano al di fuori delle strutture organizzate degli stati, possono essere colpiti per far cessare azioni terroristiche. In questa tipologia di eventi ricadono le eliminazioni dei membri di Al Quaeda e dello Stato islamico.

Ma Mohsen Fakhrizadeh, lo scienziato a capo del progetto nucleare iraniano, non era un terrorista e, nelle sue funzioni, agiva per conto di uno stato sovrano, l’Iran.

Ha dichiarato l’ex capo della CIA, John O. Brennan, “questo è stato un atto criminale ed altamente irresponsabile, e rischia una rappresaglia letale ed una ripresa del conflitto regionale”. Brennan non è un chierichetto e di politica internazionale ne sa qualcosa.


Il ministro israeliano Yuval Steinitz

L’Iran punta il dito contro Israele. Lo stato ebraico finora non ha assunto alcuna responsabilità per i fatti in questione anche se più passa il tempo più appare evidente un coinvolgimento dei servizi israeliani, come le fonti del New York Times confermano. Il ministro dell’energia dello stato ebraico, Yuval Steinitz, in una intervista alla tv pubblica, ha dichiarato: “l’assassinio in Iran, chiunque l’abbia commesso, non è utile solo a Israele ma anche all’intera regione e al mondo”.


Il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha accusato Israele di agire come un "mercenario" degli Stati Uniti, dichiarando: “ancora una volta, le mani malvagie dell'arroganza globale [cioè gli USA, così definiti ufficialmente dalla comunicazione iraniana, n.d.r.], con il regime usurpatore sionista come mercenario, sono macchiate con il sangue di un figlio di questa nazione".


Che Israele abbia agito direttamente o indirettamente, favorendo terzi nel compiere l’omicidio, poco cambia. L’assassinio di Fakhrizadeh avrà conseguenze funeste nel tempo. Teheran ha già dichiarato “vendetta a tempo debito”, il che vuol dire una ritorsione che verrà portata avanti con metodi non convenzionali.

Ma è indubbio che chiunque abbia ucciso materialmente lo scienziato iraniano non abbia potuto agire senza che gli Stati Uniti venissero informati su due livelli. Il primo è quello dell’amministrazione in carica, quella di Donald Trump. Il secondo è quello del presidente appena eletto, Joe Biden. Un atto così grave non poteva compiersi senza un via libera immediato alle operazioni e senza una copertura diplomatica successiva.

Tant’è che Joe Biden è silente.

Qui, inoltre, si evidenzia un problema atavico del progressismo americano: il legame, eccessivo, frenante e a volte al di là di ogni ragionevole motivazione, con la comunità ebraica statunitense e, per sillogismo, con Israele.



Federica Mogherini e Josep Borrell

E l’Europa? Parla un portavoce dell’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, adoperando un comunicato stampa. Non Borrel. Che è già un declassare e depotenziare la posizione politica.

La posizione della UE è double faces. Da un lato si definisce il gesto “un atto criminale, che contraddice il principio del rispetto per i diritti umani che l’Unione europea sostiene”. Dall’altro si dice che “in questi tempi incerti, è più importante che mai per tutte le parti mantenere la calma ed esercitare la massima moderazione”. E’ evidente che l’Unione Europea attende le mosse di Biden e senza un input da parte di Washington la politica estera europea non esiste. In tempi recenti l’Europa si è spesa moltissimo per l’accordo sul nucleare Iran-USA. Ma lì la posizione di Obama era chiara e l’allora Alto rappresentante per gli affari esteri, Federica Mogherini, era “allineata e coperta”, fedele esecutrice della dottrina obamiana. La ragione vorrebbe che l’Unione replicasse la posizione di avvicinamento all’Iran. Ma oggi non si sente la voce del padrone. Meglio stare fermi.


Se Joe Biden vuole essere ricordato come qualcosa di diverso da Trump, questo sarebbe il momento giusto per dire o fare qualcosa. Se l’Europa vuole essere ricordata come qualcosa in più del servo sciocco degli Stati Uniti, anche qui sarebbe il caso di fare qualcosa, andando al di là del semplice bizantinismo diplomatico.


Mario Michele Pascale


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